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giovedì, luglio 08, 2004

 
le mie vacanze:
fury fest 2004 - bloom di mezzago 06.07.2004
(rip)

e quindi mi si prospetta una stagione estiva al limite della brutalità casalinga più totale ovvero, mancanza di lavoro, ciabatta di pelo rosa, cellulite in vista e svariati pomeriggi in quel della spiaggia dell'arco della pace.
tanto per citare uno dei soliti tormentoni estivi...alla grande, direi.
tornare a casa e morire al nervoso, la continua contraddizione tra uno stato di feliità assoluta e uno di mancanza e nonsense al limite della sopportazione.
ovvero, come posso tornare a tutto quello che mi era così quotidianamente familiare dopo tutto quello che ho appena passato.
rendersi conto di non avere mai abbastanza, di vivere aspettando le enormi endate di emozioni. saltuarie.
quale sia la modalità da scegliere.
non avere mai abbastanza. sveglia. sigaretta. lavoro. spesa. computer. telefonate. sud. uscite. concerti. poi sigaretta. inhale. quello che più ti è piaciuto. exhale. exhale. getta via ogni dubbio, rimorso, rimpianto, parole acri, dispiaceri.
these maps are written with blood in loop. continuo. ascolto continuo mentre scrivo cercando di afferrarare ogni ricordo. rivivere quello che è appena passato. giorni in cui ogni minuto aveva un suo preciso significato. ogni secondo aveva un suo posto d'onore.
non potrei dire lo stesso per i giorni a venire.
come avere voglia di chiudermi in una casa con tutte le persone con cui ho vissuto nelle scorse due settimane. chiuderci dentro e dentro restarci per sempre. qualunque cosa accada. non staccarsi mai.
punto.
essere qui seduta da sola. su questo sgabello. mette tristezza. per quanto io possa amare chiudere la porta e lasciare tutti e tutto fuori. passato futuro e concentrarmi solamente su musica ossessioni tazze di the pagine scritte e da scrivere e sigarette.
these maps are written with blood. una volta ancora. lacera dentro. è musica perfetta. ce n'è poca, di perfezione di quel tipo. zarro e urlato. devastante. violento e frignante. roba da buttarsi già da una collina. di corsa. rotolarsi. afferrare un martello e devastare le porte di legno dei vicini di casa. spargere acqua dappertutto. aprire le finestre e urlare. cose di questo tipo. these maps are written with blood è una cosa di questo tipo.
e quindi.
diamo il via al resoconto. con calma. cercando di metterci dentro il più possibile. cose che ometterò. aneddoti che decido sapientemente di non raccontare. perle ai porci. chiudi dentro tutto e via. censored version. modalità malinconia on. alziamo il livello.
these maps are written with blood.
(to do nothing, to feel nothing, is to be already dead)
mi preparo a non mettere più piede in casa mia per tre giorni. destinazione. san donato. soliti spaghetti cinesi, chiacchierata telefonica con nadir e si decide di restarsene a casa a goderci la visione di summer of fear, aka, biografia della sfigata per eccellenza.
che già, tanto per fare attenzione alla maledizione che ESSI si portano dietro, ho rischiato di perdere una caviglia davanti al ristorante cinese il giorno prima del concerto.
manco a dirlo, i giorni del mese sono quelli, e quelli restano. un perfetto anticipo e quindi via alla pressione bassa, al mal di ovaie, al caldo cane, allo sbattimento di andare in bagno anche nel mezzo della serata.
e porconi che vanno e vengono.
se summer of fear non è uscito per la troma è solo questione di un piccolo errore.
summer of fear è al limite del trash più estremo. o magari è pure uscito per la troma ma lo noleggiano al blockbuster. magari mi sbaglio. ad ogni modo.
telefonata notturna e si dorme. la mattina, partenza per pinarella. soldi a disposizione. cinquanta euro. e quindi, una bottiglia di acqua, una di the, salviettine chilly d'ordinanza, salvaslip, punto e basta. cibarie scroccate per tutti i tre giorni a venire.
la gaia mobile propone: for god they die (va bene fino ad un certo punto, poi basta, però). shai hulud. evergreen terrace. killswitch engage voto nove. underoath. varie ed eventuali. tiziano ferro immancabile.
(prego specificare, solamente l'ultima canzone).
arrivo a bologna in order to recuperare copa cinque ore dopo. bologna immancabile covo degli zozzi. festival del marciume. calo di pressione a livelli mai visti e quindi si finisce a languire nella saletta sclimatizzata del mac donald a disegnare caricature di personaggi più o meno noti. il manu vince su tutti.
a dirla tutta, abbiamo disegnato solamnete il manu. e manco l'abbiamo disegnato noi. ma tant'è.
arrivati copa e consorte si risale in macchina a godersi la canzone numero settantasette del nuovo dillinger escape plan. poi. si arriva finalmente a pinarella di cervia. si salutano i memories là fuori e si fa un salto al mare coi meregani. disegni sulla sabbia. gambe bianche prese per il culo e cose di questo tipo. gelati. lecca lecca. pessimi souvernirs che sconsiglio vivamente di acquistare. un non so cosa travestito da rana. ma porcoddio. il buon gusto qualcuno deve averlo lasciato a casa "e ma c'è su il suo nome".
si perfetto. gran souvenir. portafogli degli iron maiden. pessimi. cartoline. altrettanto pessime.
poi si entra. for god they die. bravi. memories of apocalypse, come al solito, gran concerto, partecipazione massiccia del giovanissimo pubblico. io mi tengo la mia età nel portafoglio e via.
del resto, sono dell'ottantanove o no? no.
altri due gruppi persi. chiacchiere con gente più vista da mesi. sarà sua sorella o no quella coi capelli rossi. ma sarà quello con le stelline sui gomiti. bah. sessioni di stretching. sarà. ma io non sento tirare proprio niente. sarà che ho dieci anni di meno e dieci punti di forma in più. sarà.
la mia decisione di starmene tranquilla e godermi il loro terzo concerto seduta ad ascoltare ogni pezzo senza muovere la testa crolla al primo riff. perdo la voce e vengo costretta alla solita figura di merda.
roba da sognare di avere una vanga e un paio di metri cubi di terreno per scavarsi la fossa.
this wake, come al solito. mai così vicina alle lacrime.
non troppa gente ma puro entusiasmo.
poi, sigaretta. e ci si prepara a tornare a casa con il fardello.
inutile dire che ogni tentativo di levarci presto dalle palle risulta vano. ci mettiamo in macchina verso le tre. aldo dorme sin dalla prima curva e via che scatta la prima sessione di foto.
non c'è cosa più bella dei ritratti dei dormienti. grandi o piccoli che siano. bava o non bava. occhio chiuso vs occhio semi aperto. è dolcezza allo stato puro.
autogrill. vengono acquistati i biscotti più inutili del mondo, aka, gran cereale e manco quelli al cioccolato. che se vuoi prendere i biscotti, prendili marci, perdio, succosi, cremosi, infinitamente chimici....se vuoi fare il salutista vai in africa a raccogliere le banane o portati pannocchie crude nello zaino. eccheccazzo.
e quindi la gaia guida e io veglio, fotografo, sorrido, rido, sveglio, mi becco delle manate sulla testa (altro ritornello della tre giorni arcò), ascolto, parlo, guardo fuori. assaporo il silenzio. ogni cosa.
e via che all'arrivo a san donato scattano gli scherzi ai passanti. io come unica partecipante.
capitooooooooooo
aldo mi abbandona al mio triste destino scegliendo la postazione divano.
dormo un'ora prima di compiere l'errore della vita, ossia, blaterare la parola cioccolata in dormiveglia.
parola che segna la fine del mio sonno. cinque ore di chiacchiere a venire.
lasciarmi dormire, chiaramente. MAI.
del resto, il cucù o pendolo dir si voglia posizionato in sala non lascia gran spazio al sonno. ma tant'è. risentirò giusto poco del grado di stanchezza accumulato.
i tentativi di mangiare tutti insieme da qualche parte vengono anche quelli smorzati subito dato il vago ritardo che accumuliamo grazie a doccie, cinque minuti tempo di una sigaretta, finding nemo, no aspettate mettiamolo dall'inizio che non sto capendo un cazzo rimettiamo i sottotitoli (grazzzie), chi deve controllare la posta chi lo stato delle proprie mutande e via andare.
e quindi, MILLE ore dopo, si arriva al bloom.
mi rendo conto adsso di non avere gran voglia di questo resoconto. scrivere fa male e devo uscire a comprare le sigarette ma tant'è. mò che si è cominciato, in qualche modo si finisce.
ritroviamo xnonna paperax xmonkey facex e varie ed eventuali. aneddoti, si incontano la vale, gli altri wendighi, filippo che passa un interminabile tempo a controllare lo stato della batteria, blablabla.
si mangia, si vedono le foto e si fanno filmati e poi via al concerto.
l'ultimo concerto dei wendigo.
non starò a dilungarmi dato che è in arrivo un post incentrato sull'argomento. e quindi. dirò solamente. immensi. gag. ricordi. pettinature alla bon jovi. movimento. ci mancheranno. e del resto, ci sono i piccoli premi finali, quante le persone che non li avevano mai visti e li hanno apprezzati, e tanto.
livello di malinconia che sale.
poi. i the crew. che francamente mi perdo per molteplici ragioni. ma del resto, li avevo visti tre giorni prima a monza e quindi.
e poi.
e poi è arrivato il momento.
inutile dire. che l'incomprensione è sempre dietro l'angolo. che l'emozione vera se troppo esplicitata viene spesso scambiata per fittizia. che una donna non è in grado di capire.
ma del resto. malelingue del cazzo. e del resto, sia quel che sia, tutti sanno quanto per me siano stati musicalmente una pura ossessione, e quindi, giustificato il mio pieno entusiasmo, la mia piena partecipazione, il mio non riuscire a prendere parte a qualsiasi discussione pre concerto.
è l'ultima volta. questa è davvero l'ultima. che del resto. una convenzione. due vengono due vanno. il nome cambia il contenuto resta.
in ogni caso, sono esausta, estasiata, distrutta, felice, malinconica, al limite del pianto.
passione. emozione. partecipazione. sudore. acqua. gag. tuffi. ma suonano i piacca. scarpe perse. lividi enormi.. continuamente qualcuno sulla testa. urla. voce che parte. confusione. macello. mani che partono. sing along. su e giù dal palco. (ridatemi quella cazzo di vanga). parole. mancanza. passione. this wake. questa è this wake. questa è stata la prima cosa, e in questo momento, mi pare l'ultima. ho voglia di piangere, ma non posso perdermi nulla, neanche un secondo. hardly. questa è hardly. we fall. questa è hardly. l'ultima volta. almeno, l'ultima volta con una voce di quel calibro, l'ultima volta che sentirò geert cantare con loro. questa è hardly. questa è if born from this soil. piangere o distruggere. io ne voglio ancora. questa sera. ancora. ne voglio ancora.
voglio stare da sola. un po'. stare da sola. senza riuscirci. mostrarsi felici.
il settimo cielo. e la morte dentro. l'apatia è giuro un passo in là, un contratto firmato per i giorni a venire.
ancora commenti. foto. i saluti. le promesse. gli abbracci. gli aneddoti. le gag.
la mancanza. suoni che lacerano.
these maps are written with blood è stata accantonata, adesso.
e poi, notte fonda, tutti a casa. doccia. finding nemo sul divano. dormire. svegliarsi perchè qualcuno urla di fianco a te e la mattina dopo manco se ricorderà. e poi riguardare le foto. mangiare panzerotti da luini. e poi i saluti.
chi non vedrò per più di un mese. giassai. inutile dirlo.
spacca li culi a new york, chiama xnonnapaperax e vai all'hellfest. goditi quello che potrebbe essere l'ultimo concerto. goditi i saving throw. diocane i saving throw.
e poi casa. senza chiavi. senza soldi. farsi fare credito per due lattine di the. io. davanti alla porta di casa, seduta. il contenuto dello zaino sparso sul tappetino con i due gatti. sudore ovunque. il festival della bestemmia.
entrare in casa. sdraiarsi. the alla mela.
if these hands would only kill.
punto.

è possibile dormire con boxer, calzini e cappellino?
ma SECONDO VOI.

mesi che devono volare. volare ho detto, volare.
Miss Ann Thropy bitched about this at 11:07 PM.

 
some things are better left unsaid.

ad ogni modo.
questo è quanto.
tornarsene a casa, camminare con le scarpe piene di polvere su un pavimento di vestiti sporchi, magliette sudate da gettare via, scontrini accartocciati, conchiglie, spille ovunque, lasciarsi macerare nel mezzo del disordine, accarezzare ogni ricordo attraverso la sporcizia, il sudore, oggetti ingarbugliati, ascoltando il silenzio, sigarette, ascoltando urla e ancora passione, e ancora violenza e ancora qualcosa che mi ha accompagnato sin dall'ultimo anno del liceo. coperte disfatte, sotto il piumone con le scarpe ai piedi, strofinarsi la faccia sul cuscino, assaporare ancora, la veglia, il poco sonno, il rumore, la disfatta, assaporare ancora, i passi precedenti, senza farsi trascinare dalla corrente, ripercorrere, ogni cosa, canzoni in loop, ieri oggi, tre mesi fa come sempre, ripercorrere. pile nikon cariche scariche caricarle lasciare che muoiano di nuovo, il troppo vedere, e ancora, buttare dalla finestra la voce, la porta chiusa, tapparsi dentro, finalmente, sola, nessuna sorveglianza, e basta, un rumore che è silenzio. poter fare ciò che voglio, gettare via il tempo e riempirlo con ogni cosa emozione parola lettera
scritte scrivere nel cuore della notte senza poter dormire. scrivere di un pesante fardello. l'incomprensione. fino in fondo. sentirsi soli. come essere costretti a lasciare la mano del vicino nel momento più importante. un passo solitario. un passo all'interno. sapere che nessuno. una mancata condivisione, un fardello. passi compiuti quando ancora molte persone che mi stanno accanto non mi conoscevano, sono cicatrici, sono lacrime, passione, auricolari incastrati nella manica della felpa a scuola , parole scritte, parole buttate via, reimpastate a formare qualcosa che ancora non so dove andrà a finire, ottanta pagine lasciate lì a languire, una sola colonna sonora, fonte di ispirazione sempre quello.
prendi la parola perfezione. prendi la parola estasi. prendi la frase "è parte del mio sangue". e adesso uniscile. puoi avvicinarti. l'incomprensione è sempre dietro l'angolo. decido di parlare comunque. sfogarmi spiegarmi in termini confusi. il fardello. la mancata comprensione. puoi avvicinarti ma. senza afferrarmi. non riesci a penetrarmi. una linea sottile. silenzio. il bisogno di. scrivere. ancora. le parole giuste. non sono riuscita a trovare. sul letto. disfatto. quattro di mattina. in loop. senza versare una lacrima. incapacità di. sin dal primo momento. questione di un attimo. il mio sangue.
questo è. e nient'altro. una convenzione. sentire tutto così lontano adesso. non durerà a lungo. nessun ritorno è mai troppo distante. eppure. cinque anni mi sono passati davanti in un attimo.
questo. è. quanto.
questo. è il mio fardello. questo. quello che sento. questo. parte di quello che mi mancherà. estasi empatia e perfezione.
l'incomprensione è sempre dietro l'angolo. e io ne sono conscia. del resto. femmina sono femmina resto.
in questo momento, è l'ultima cosa di cui potrei curarmi.

i fatti. dopo.
Miss Ann Thropy bitched about this at 6:46 PM.

 
.silencio.
Miss Ann Thropy bitched about this at 2:19 AM.