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sabato, gennaio 24, 2004

 
fell in love with a girl

http://www.fotolog.net/perfect_doll/?photo_id=5150505

Ci siamo. Ancora.
Sleepless.
L'osso di pollo l'ho buttato giù con un bicchiere d'acqua. Questa volta sono le mani.
Intirizzite, le dita incatenate dai geloni non vogliono decidersi a muoversi nel modo corretto.
Sfuggono al mio controllo e se ne restano lì, indifferenti nei confronti delle mie pulsioni.
Sfogliano pagine e pagine ma i tasti giusti non li trovano mai.
Miss Ann Thropy bitched about this at 2:33 AM.


venerdì, gennaio 23, 2004

 
Dispetti.
Perchè di questo si tratta, nevvero?
Smentiscimi, allora.
E ogni singola immagine che vedo riesce a diventare un'ulteriore ossessione, un frammento che, minuto dopo minuto, si interpone tra un passo x ed un traguardo y rendendo ogni movimento praticamente impossibile.
Sterile, sono sterile ed ogni mio pensiero è in realtà privo di senso.
E perchè vorrei camminare così tanto dunque?
Forse perchè l'ammissione e la sincerità spontanea risulta ancora al di fuori della mia portata. Se ne sta lì, in uno stanzino buio e non sapendo dove stiano le chiavi, non ci penso minimamente di andarle a cercare o buttare giù la porta chessò, a calci o a sediate.
Sediate che si beccherebbero i miei se solo entrassero insieme a me e pergiunta a mia insaputa nella casa del grande fratello.
Bottigliate sui denti.
Si tratta chiaramente di congetture, dato che la partecipazione al grande fratello presuppone le seguenti:
rinuncia ad ogni tipo di lettura
rinuncia, punto fondamentale della questione, al quotidiano ascolto di ciò che io scelgo
rinuncia ad una sana e libera masturbazione senza occhi puntati addosso.
Di sesso manco a parlarne. Nel senso che già non becco qui fuori, figuriamoci lì dentro.

Si si si dispetti dispetti. Ho sempre preferito un calcio sui denti ad un minuto di solletico, io.

Miss Ann Thropy bitched about this at 1:33 AM.


giovedì, gennaio 22, 2004

 
La prima mezz'ora vissuta oggi prospetta veramente il peggio possibile.
(senza contare l'attacco d'ansia di ieri notte, scene di quattro anni fa rivissute, terrorizzata dal pensiero di una vena che mi pulsava violenta nel cervello e tutto quello che ne sarebbe conseguito)
spengo la sveglia e continuo a dormire imperterrita fino all'una, i miei sogni mi regalano dolci immagini di terremoti, incendi, confessioni, scambi di messaggi inopportuni al massimo, mia sorella che torna a dormire nel suo letto cosa che comporta la perdite di privacy in quella che ormai è la mia camera da mesi. e blablabla.
mi sveglio con un girmamento di coglioni che non se ne sa niente, quella che poteva essere l'ultima sigaretta di sempre è stata rubata ore fa dalla già citata sorella, ne consegue che devo vestirmi e andare dal tabaccaio e oggi fumero dieci sigarette nell'arco del pomeriggio.
Lo stereo smette di funzionare e non legge alcun cd.
Rovescio la tazza di the sul tavolo del computer.
Accendo una sigaretta e tutto riprende a funzionare alla perfezione.
Ma ancora io temo le ore a venire.
Inutile dire che stasera in palestra mi spaccheranno la mandibola.

Miss Ann Thropy bitched about this at 1:51 PM.

 
sonno = no
Miss Ann Thropy bitched about this at 4:43 AM.

 
Il primo cd dei saving throw (di cui ora mi sfugge il titolo) è stato decretato da moi meme cd del giorno.
Angoscia allo stato puro.
A fuoco.
E le parole che brillano come l'oro sono semplici, e prevedibili. Jamais plus, jamais plus.
Miss Ann Thropy bitched about this at 4:21 AM.

 
si...si...un ottima scelta...i pantaloncini richmond un po' sbragati...a vita bassissima...poi si, la camicia nera magari aperta...senza dimenticare il polsino o la cintura con le borchie...

BUAAHHHHHHHHHHH

ho appena letto il post dell'anno. davvero.
Miss Ann Thropy bitched about this at 2:35 AM.


mercoledì, gennaio 21, 2004

 
Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci Devo andarci

se le cose stanno veramente così (i condizionali e affini li ho lasciato ancora sul cuscino) io devo esserci.
e devo esserci sul serio, scherzi a parte, d'altra parte anche l'anno scorso nello stesso periodo mettevo in piedi progetti che qualche mese dopo sarebbero diventati esperienze concrete.
Per cui adesso bando alle ciance, io adesso esco, vado dal tabaccaio e butto giù sei numeri a caso. che io all'enalotto non ci ho mai giocato e non so nemmeno se esista più. ma in qualche modo. altra possibilità, più remota, domani cerco di svegliarmi prima dell'una, appena sento lo stereo scattare e vado a cercare lavoro. seriamente. scherzi a parte, qui il periodo del fancazzismo e dell'insonnia perenne e della vita debosciata deve concludersi, o meglio, restare lì nell'angolo per un po' e covare nel sonno altre mille idiozie. nel frattempo io ho ben altro a cui pensare. Io ci devo andare punto e basta. e sarò lì. vaffanculo lo so benissimo che non sarò mai lì, non quest'anno, non tra così pochi mesi. Mi diverto a raggirarmi, raccontarmi una valanga di cazzate ha il suo fascino.
Cazzate a parte. Io devo andarci.
Miss Ann Thropy bitched about this at 2:11 PM.


martedì, gennaio 20, 2004

 
forse mullet si scrive con una sola t finale.

Miss Ann Thropy bitched about this at 5:43 PM.

 
L'hip hop è sinonimo di vergogna.
Per non parlare dell'arenbì e della sua accozzaglia di negher lucidi sino all'untuosità più estrema, carichi di catene e stemmi e bracciali e pacchianeria colorata.
Adidas.
E le faccie delle tipe. E le moine. E le visierine e le calzettine e le collanine e le cinturine e le borchiettine e i sandalini e i boccolini e i brillantini e yo e le labbra lucidine e la cicca in bocca e le file di donne contro le file di uomini e i ballettini e i passettini e le canzoncine.
Ma vaffanculo va. Io ho spento la tele. Era mezzogiorno e strano a dirsi io ero già sveglia da un'ora.
Poi ho sentito gli offspring come colonna sonora di una pubblicità non meglio definita, ettore ferri la metterà in culo a marina kroeger, e poi uomini e donne, raffaello a quanto pare non ha ancora scelto, ho fumato una sigaretta buttando il fumo in faccia a una donna che passava qui per il cortile in attesa di recuperare la sua creaturina lasciata all'asilo nido, a quanto pare codesta pensa forse che io, io, sia intenzionata a sedurle il marito americano, o comunqu mi ritrovo una coda di paglia di proporzioni indifferenti e quindi ho alzato il volume e ho lasciato che gli zao imprecassero contro di lei, e le ho regalato con nonchalance uno sguardo carico di disprezzo, nella sua indifferenza, si intende.
e poi la pagella di mia sorella traboccante di tre e quattro e un fiero otto in condotta, in seguito ho riacceso nuovamente la tele per spegnerla un secondo dopo imbarazzata dalla visione di un diciassettenne frocio su italia uno, uno che indeciso tra le varie mode che impazzano questanno ha deciso di mediare tra varie strane ragalandoci una micro frangetta e un mullett semi nascosto nel pelo della sua giacchetta di jeans.
poi mi sono rimessa a leggere, perchè questo libro mi intriga parecchio, è dall'inizio dell'anno che leggo cose molto soddisfacenti, ho abbandonato per qualche settimana la letteratura plurisecolare e i miei amatissimi volumi polverosi ma insomma, si fa quel che si può e sto leggendo quello che può essere considerato il best seller della stagione, il petalo cremisi si si, e la cosa mi stranisce alquanto.
anzi, dirò di più, ho persino avuto la tentazione di uscire dalla feltrinelli qualche giorno fa con in mano il circolo dante, ma sono riuscita a resistere all'impulso diabolico. le mie finanze mi permettevano solamente l'acquisto di numero un volume, e non poteva essere quello, avrei rischiato una figura di merda con moi meme. il mio ego si sarebbe sbriciolato di lì a poco. indi per cui adesso sono in piena con storie di ladri e puttane con le labbra disidratate.
anche se le descrizioni scarseggiano di particolari. certo che dopo de sade, i particolari non possono mai dimostrarsi all'altezza della situescion.
l'ultimo pensiero prima di coricarmi ieri notte, ore sei e mezza di mattina doposvariate pagine, twin peaks, produzione di una ciambella variegata, due tazze di the, una telefonata, pettegolezzi, crema anti cellulite è stato il seguente.
ho un irrefrenabile e drammatico bisogno di scopare.
Il dieci aprile e quanto pare heaven shall burn e arkangel e pure loro, ebbene si, a quanto pare sarà così.
Miss Ann Thropy bitched about this at 5:41 PM.


domenica, gennaio 18, 2004

 
La sensazione di starsene sdraiate sul letto con un osso di polla conficcato nella gola, statico e orizzontale.
E mettersi più cuscini sotto la testa, cercando di respirare meglio.
Sensazioni già vissute, anni fa, e l'osso di pollo del resto è una costante anche nel mondo del cinema, papà ho trovato un amico del resto insegna.
Si può imparare anche dal mondo pre-puberale, questo è quanto.
Ci sono gesti quotidiani, così banali nella loro semplicità e privi di importanza che non riesci a fare con un osso di pollo in gola.
Non è una questione etica, è una questione pratica.
E allora mi sollazzavo immaginando un suicidio ridicolo quanto basta, mi sono vista ingoiare i miei nuovi anelli enormi azzurro e rosa e trac, il respiro si spezza e gemiti che chiedono aiuto e tutto quello che ne consegue.
Ma sarebbe stato troppo imbarazzante per l'altra persona, colei che stava al di là del cavo, metri et metri di fili più in là.
Ossi di pollo. Gola. Telefono. Parole. Che. Non. Riuscirei.

Jesux. Mi sono rivista sul palco.
Ommioddio.
Vergogna vergogna.


Miss Ann Thropy bitched about this at 7:27 PM.

 
Quelli sono stati i tre minuti dell'ultima canzone dei fine before you came.
Per il resto mal di gambe perenne e sigarette scroccate in una bella serata, highlight gli ultimi minuti, lì in piedi, noi quattro, parole sincere, anteprime e promesse.
Alle volte è pesante rendersi conto di quanto sia infruttuoso continuare a scambiare quattro chiacchiere spogliate di alcun perchè con un sottofondo musicale troppo rumoroso.
Ci sono persone, e una e due e tre e quattro e cinque e sei che vorresti rapire, e starsene semplici, spogliati di accessori, orpelli ed imbarazzi davanti ad una tazza di the per ottimizzare il tutto.
Quanto sia enorme il divario tra minuti sprecati e attimi che vale la pena annotare sul diario, scrivendoli con i pennarelli nuovi, tirati fuori apposta per l'occasione.
e le persone che potrebbero dare, che sarebbero capaci di farti stare bene per qualche ora senza mai annoiarti non sono una miriade, ma sono comunque abbastanza.
E questo è quello che intendevo mesi fa, in un vecchio post, datato ventidue giugno, parole che a freddo possono aver generato l'equivoco che dopo interi mesi è stato chiarito.
Solo, sei anche tu incluso nella cerchia di persone che sarebbero invitate al tavolo dei discorsi importanti, e adesso mi spiace questo départ.
E adesso via, e sono troppo emo, e a cosa va a pensare, e che discorsi fai e lo sai che non si ha mai tempo e del resto c'è sempre casino e blablabla.
Datemi fuoco. Ma io vi ci vorrei quasi bene, ad alcuni di voi.
L'accendino è qui pronto, ve lo passo, lo shampoo con la benzina me lo sono già fatti in precedenza.
Viaggio sempre con quel minuto di anticipo, io.

Il confessore ordina quattro minuti di liar e tre di reprisal, per rimediare.
Vedete un po' voi che mi tocca fare, la situazione è questa.


Miss Ann Thropy bitched about this at 3:20 AM.

 
"A long long time ago..."

:

E dire, dire che non ci hai nemmeno pensato, che nemmeno per un nanosecondo, la durata di un passo falso, di un paio di labbra che si appoggiano sans souci ad una bottiglia di dan up, tanto dura l'attimo, ti sei lasciato vincere dalla curiosità, oh, impavida libido intellettuale, di poter pronunciare a posteriori le seguenti parole: ebbene, questo succede quando osiamo scoprirci.
e nemmeno per un attimo, la durata di un cenno con la mano, statico, di un puntino che chiude una frase che chiude un discorso che chiude e porta via un vocabolario che per mesi si è utilizzato, letto sfogliato e sfoggiato, hai osato chiederti quello che potessi contenere, io con il miei silenzi e i miei facili, troppo capricciosi squilibri, creati ad arte, quando si è in due, spontanei rigetti d'ansia, quando il numero comincia a crescere.
La malinconia è pregna di bugie, è quanto di più falso e sporco possa esistere al mondo.
Passi virtuali su sentirti mai intrapresi, una luce soffusa, a rimpiazzare un fastidioso neon, la musica di sottofondo sempre meno violenta.
Pregna è un sottile eufemismo, è figlia e poi madre, ancora, della menzogna, un'irrisoria distorsione della realtà, ascoltare parole che mai sono state dette e gongolarne.
E di nuovo miseria, eccola, di nuovo, vi presento, l'ulteriore trappola, l'ulteriore photoshop della quotidianità, che si starebbe così bene, così stranamente in pace, se solo si fosse capaci di godere di tutto ciò che sta davanti. davanti e solamente lì. miseria.
Senza estraniazioni.
Le parole sfumate sono banali errori di stampa.
Ma mi piace tanto leggere in penombra.
Senza capire troppo, solo il giusto, e parole viste di sfuggita che generano mancanza.

(the day the music died)

(you were the first to know)
Miss Ann Thropy bitched about this at 3:06 AM.