sabato, ottobre 11, 2003
Sguazzare dentro oceani di isterismo. Cercando di aggrapparsi a qualsiasi oggetto in grado di galleggiare. Peccato sia andato perduto, in qualche anfratto di camera mia, ribaltata, scavallato dalla polvere o ignoti sadici. Da sorelle quindicenni, probabilmente.
Oggetti in grado di galleggiare all'orizzonte, nada.
Ho fatto quattro tiri dalle uniche sigarette in stato comatoso accatastate nel portacenere.
Trasinarle fuori dal coma e lasciarle morire in polmoni che sibilavano un disperato bisogno di nicotina.
Ho solamente bisogno di tempo, solamente bisogno di un paio d'ore per morire in camera mia, ascoltando il vuoto, organizzando le cene dei prossimi giorni, un paio d'ore per simulare annegamenti nella mia vasca da bagno profumata di sali al the verde o merdate del genere. Automassaggio con Lolita Lush e poi stendermi e morire per qualche ora.
Sveglia alle nove, due ore di sudate, spesa, saltato il pranzo, telefonate, squilli, messaggi, sigarette rubate, doccia, uscire per assistere alle prove di valerio e sarcazzo, comprare una felpa, tornare cena, uscire, domani mattina, sveglia alle sette per il gran premio, dormire qualche ora, beccare la vala, tornare, andare dai soci, dormire, lavoro, altri cinque giorni di sbattimenti.
io ho bisogno di un paio d'ore per rigettare tutto l'isterismo stracciando le palle alle vicine di casa con i miei urli rochi e affannati red roses for a blue lady e metallosità di ogni genere.
Ho bisogno di sentirmi pulita. Di sentirmi tranquilla. Rilassata. serena.
la risposta del mondo è un no secco.
Hell exists on earth? Yes. I won't live in it.
Miss Ann Thropy bitched about this at 3:05 PM.
Gli sbattimenti che non si fa certa gente.
Tornare a casa all'una, PREGO NOTARE, all'una di venerdì notte (nemmeno cominciata, praticamente) per svegliarsi la mattina presto e poter partecipare dignitosamente alle lezioni intensive di kickboxing del dioghen, chiaramente organizzate il sabato all'alba delle dieci e mezza.
Inutile dire che voglio morire.
E no, non si tratta affatto di un esperimento, non penso di essere disposta a sacrificare ulteriormente la febbre del venerdì sera per arrivare al corso senza occhiaie sudore e alcool in corpo.
Non penso di essere più disposta a farlo.
La mattina non vale. L'unico momento della giornata in cui ancora non sono incazzata piena.
Miss Ann Thropy bitched about this at 9:58 AM.
venerdì, ottobre 10, 2003
L'idea della short cut crew che tira su un blog a più mani è semplicemente meravigliosa.
Non a caso, è un idea mia.
Non a caso, verrà fatta a pezzi nel giro di due minuti.
Mannaggia a voi, va.
Miss Ann Thropy bitched about this at 7:53 PM.
Ieri sera cinema al rattazzo.
gente che riesce, da ferma, a cadere in motorino paralizzando per qualche secondo il traffico notturno di ticinese, accenni di rissa tra il solito marciume nell'angolo, crepe alla nutella cioccolato bianco e panna montata, punta al sud, le canzoni sicule di viviano, il solito intesimento finto-bronx di ciambellino, regazzine barcollanti e pettegolezzo furioso.
Nel caso passiate in via corsico, la notte, fematevi dopo il kebabbaro ad ammirare uno splendido ritratto di lupo alberto sulla vetrina di un negozio.
Non ho mai visto nulla di così imbarazzante.
Al rattazzo, inoltre, si incontrano sempre le persone più inopportune. Felpe blu e similia.
Via canonica non è abbastanza.
Face the fact senza una data. La short cut crew allora cos'è nata a fare?!
Ah, suckers.
Miss Ann Thropy bitched about this at 1:25 PM.
Ecco chi cristo era!
Il cantante dei bane! Mi pareva di averla già sentita quella voce...
Primo dubbio, risolto.
Restano tutti gli altri.
E una frase dei red roses for a blue lady che continua a perseguitarmi. Perchè sono bastati tre mesi per rendermi un blocco di ghiaccio.
Tre mesi e subentra il freddo. Il cinismo. L'incredulità.
Sentire che tutto può sfuggirti di mano e la tua reazione altro non sarebbe che una scrollata di spalle.
Miss Ann Thropy bitched about this at 1:18 PM.
giovedì, ottobre 09, 2003
Non c'è più alcun dubbio.
Lo squallore impera.
(A molti fan dei Rancid della prima ora la collaborazione fra il frontman della punkband Tim Armstrong e la ragazzaccia del pop Pink può essere sembrata qualcosa di incredibilmente blasfemo. Ma Mr.Rancid difende con tutto se stesso l'alchimia che l'ha fatto sedere al tavolo insieme a Pink per scrivere i brani del di lei nuovo album "Try This")
Miss Ann Thropy bitched about this at 1:30 PM.
Mi sorge un dubbio.
Lascerò che sia.
Del resto altrò non è che un embrione ancora incapace di fare ciao con la manina.
Niente manina. Questo va da sè.
Dubbio.
Seconda considerazione. Uso il mio paio di scaldamuscoli rosa e azzurri per coprirmi le braccia.
Faiblesse. La chiamano faiblesse. Io la chiamo vendetta e rinascita.
Miss Ann Thropy bitched about this at 1:14 AM.
"ricordati di me" è una manata in faccia.
Le critiche urlano allo scontato, al banale, la celebrazione del luogo comune e del trito e ritrito.
Ma non è la nostra stessa quotidianità un protrarsi di situazioni scontate e banali?
Affermazione sin troppo sentita, vero.
E poi attraverso le immagini di questo, di questo come di tanti film, cerchi parallelismi per analizzare la tua personale situazione.
E con cosa ti ritrovi in mano? a cosa pensi prima di andare a dormire?
E sono le piccole cose, i piccoli gesti di ogni giorno.
E non sono sicura di volere starci. Non sono sicura di essere capace di accettarlo. Di avere la forza per farlo.
(a scanso di equivoci. No, questo non è un messaggio suicida. E' la presa di coscienza di qualcuno che brama per ottenere un intero filone di pane, e non solamente briciole.
Punto. Fine della storia. Fine dell'inutile recensione.)
Miss Ann Thropy bitched about this at 1:06 AM.
mercoledì, ottobre 08, 2003
Trembling. Tremante. Nicotina ed inquetudine. Chiunque ritrovi il messaggio che ho lasciato lì al sud, involontariamente, lo legga senza esercitarsi in smorfie di alcun tipo.
I was trembling e tremante giocavo al paroliere, creavo mondo dal nulla per scappare da quanto mi stava più vicino.
Una singola felpa blu può ferirti così a fondo. Diventare il simbolo, l'emblema di un'intera situazione, la fototessera-tipo di intere giornate che sanno di inquetudine.
La fototessa tipo, ho detto, un'espressione asettica, ho detto.
Non voglio che su quella felpa ricadano le colpe per il mio malessere, le mie dita tremanti e la voce incerta.
La felpa blu diventa il simbolo, diventa capro espiatorio. L'uno diventa il tutto. E osservare di sottecchi può ferire, l'intensa voglia di un abbraccio, un abbraccio totalitario/totalizzante, quel che è.
Blu. Quasi elettrico.
L'orgoglio e la bramosia di normalità (parvenza di normalità) diventano facilmente i miei peggiori nemici.
E inaspettatamente ricevi quel che desideravi. Ricevi un messaggio dolcissimo. E ti stanno stringendo forte, fuori dal sud.
E semplici parole preziose giocano a nascondino rannicchiate dietro sorrisi e nonchalance.
Sapere che qualcuno legge. E qualcuno sa. E qualcuno si domanda.
Non è questione di passa o non passa, è questione di uno stato d'animo che da sempre ti porti appresso. Come un fardello.
Ascoltane il suono: stato. d'animo. Staticità. D'animo. Non passerà mai. é il mio modo di affrontare la vita, assaghiare avida le sue sofferenze e non averne mai abbastanza.
In fondo rido e scherzo. In fondo puoi spiarmi attraverso le tende della mia camera e mi troverai lì, ad urlare forte canzoni dei morda disturbando la quiete del vicino di casa quattordici-pollici dipendente. E mi troverai lì, intenta a rimirare le mie gambe perfette avvolte in hot pants rosa caramella, sgambettando come una stellina del moulin rouge.
(solo che io di cazzi non ne vedo manco mezzo. Che non credere, qui siamo tutte sulla stessa barca, o perlomeno io e te, ma arriverà la nostra vendetta, il tempo in cui le nostre mele matureranno, vedrai vedrai)
Non passo mica minuti e giorni e ore a scattare foto che traboccano di lacrime sangue e.
Solo è un lato di me così banale. E così passeggero. Il mio sorriso.
Let me smile. Durerà poco. Tornerà tornerà. Non credere.
Nel frattempo, masterizzami i beach boys.
La felpa blu altro non è che un simbolo. La felpa blu è a prescindere da chi la indossa.
la felpa blu non è marca. La felpa blu sono uomini e donne e bambini è il pubblico e io non sono capace di affrontare la platea senza vacillare.
Non sono un un animale da palcoscenico.
Adesso vado a letto. Voglio sognare rennes le chateau.
Miss Ann Thropy bitched about this at 2:40 AM.
martedì, ottobre 07, 2003
La malattia è la mia ragion d'essere.
Ciò che mi stranisce è il quotidiano, la dimensione più banale che ci sia mai stata regalata.
Cioccolata calda is the reason.
Lasciate che mi sporchi di panna e liquido marrone scuro, che mi coli sul mento e rotoli piano piano macchiano la felpa azzurra.
Lasciate che mi chini a raccogliere con la punta dell'indice le preziose gocce cadute a terra.
Non. Toccatemi. Non venite qui a fracassarmi il cazzo bramando di leccare tali gocce dal mio mento, non chiedetemi gli ultimi sorsi di cioccolata giacchè la porta per dieci minuti sarà completamente sbarrata, sarò sorda ai vostri richiami.
Io, la cioccolata e i fear my thoughts.
C'è solo una persona che.
Miss Ann Thropy bitched about this at 6:38 PM.
lunedì, ottobre 06, 2003
Mi manca il semplice fatto di svegliarmi in un letto non mio e camminare stanca per le vie di una città straniera senza avere la minima idea di quello che mi riserverà il minuto seguente.
Aprire gli occhi e sentire la stessa musica, solo in un posto diverso.
E saltare nuovamente il lavoro è bellissimo, splendido alzarsi alle due giusto in tempo per le nuove puntate dei simpson e bere the lipton con un'ultra spruzzata di limone, telefonare e distendersi a letto ascoltando catatonica una canzone degli hot water music, intenso, ma mai abbastanza.
Perchè posso non conoscere le piccole sfumature di una delle tante giornate, i particolari non importanti, ma le linee generali restano nella mia testa, sono un codice che ormai ho finito per imparare a memoria.
Posso cambiare le persone che incontro giorno dopo giorno, i cocktail da bere, le playlist da scegliere, ma in fondo resto circondata da qualcosa che non posso cambiare.
La sorpresa, il rimanere sbigottita di fronte a piazzette sconosciute, trovare rifugio in lingue diverse.
Differente segnaletica stradale, basterebbe solo questo. Bacardi breezer a mille altri gusti.
La sorpresa è quello che manca, riuscire ad amare la novità e dubitare di tutto.
Bruxelles.
Bruxelles. Non vedo l'ora di tornarci.
Qualsiasi altro posto.
E giusto per dire la mia riguardo ad una discussione che viene fuori da due diversi blogz, ogni emozione estrema chiede silenzio.
Non riuscirei mai a descrivere l'estasi. Nè le glacialità dell'abisso.
Non ne avrei il tempo, nè la voglia.
Perchè provando l'estremo in qualche modo di svuoti. Vivi. Non sei più capace di formulare un umano pensiero.
Stop.
Cioccolata calda più panna montata is the reason.
Che cazzo mi significa rinunciare ai giochetti erotico-casual con la panna montata?
Dimmi cosa mi significa?
Spreco il mio tempo.
Miss Ann Thropy bitched about this at 3:35 PM.
domenica, ottobre 05, 2003
Dato che siamo in vena di fare nomi e cognomi, un altro grande mistero resta il signor Kream.
Volatilizzato per motivi a me ignoti.
Probabilmente, il finto bamboleggiare spaventa più di quanto io non creda.
Read between my lines, come sotto.
Miss Ann Thropy bitched about this at 4:08 AM.
Autoanalisi spicciola e di breve durata, data la subitanea protesta della madre che domani va al lavoro e vuole dormire in pace senza essere disturbata da ticchettii insonni.
Un'altra volta ancora mi sono ritrovata a commettere gli stessi errori, sbagli che provo a cancellare per ripartire da capo...ma si sa, i difetti di fabbricazione te li porti avanti per tutta la vita, autocoscienza o meno.
E ti ritrovi a vedere i nashwuah imbabolata fissare il nulla e smezzare sigarette con chiunque, ingestione violenta e non-sense di nicotina che serve solamente a lenire la tensione.
La tensione. La tensione che sale e brucia, maledettamente scotta e freme quando mi trovo in mezzo alla gente.
Questo, il mio problema. Uno dei tanti, quello che più costantemente si fa sentire e chiede aiuto, il mio non sapermi relazionare con persone che conosco più o meno di vista e amici di corta data. Il mio sentirmi impacciata.
E resto sempre ingabbiata nel mio ruolo di barbie, o meglio, una skipper, la sorella goffa e sfigata, i piedi piatti e l'abbigliamento da anti-femmefatale.
(non per scadere nel solito vittimismo che mi contraddistingue, ma la skipper, a differenza mia, resta una versione sportiva ma quantomeno figa delle bambole di plastica. La bellezza acqua e sapone, mentre io, nota della redazione, sono solamente kitsch e nulla di più).
Io e le mie calze a rete rosa fluo. Io e il mio brillare. Io e i miei amatissimi oggetti e addobbi pacchiani. Me li scelgo, questo e bene, e lascio alle volte che personaggi più o meno noti e/o graditi giochino e mettino mano a tali oggetti che indosso e stringo tra le mani.
E' un continuo oscillare tra la manipolazione passiva e quella attiva, giocare a tirare palline di carta e sculacciare le chiappe di altri maschietti, schiaffetti che volano e minacce (vere) mischiate a risolini e ocheggiamenti (?) (falsi, spergiuri, di plastica, mai sentiti, mai provati tendenziosi) continui.
Perchè sì, io so essere una fottuta lolita, ma quando lo decido io.
Non quando l'angoscia e la paranoia da nuovo incontro mi rendono schiava del mio diventare inutile.
E divento inutile. e divento oggetto. E la mia bocca è soltanto capace di blaterare sciocche frasi ed inalare fumo nel tentativo di calmarmi.
Ecco, perchè credono che sia una groupie. Ecco, perchè così tante persone vedono in me niente altro che un vetro opaco. Ma cosa c'è dietro quel vetro?
Vorrei essere capace di infrangerlo, di essere moi meme all'interno di un gruppo, di mantenere viva e brillante (e violenta e scottante e quel che vuoi) la mia individualità all'interno del caos.
E non sono giustificazioni pacchiane. Sto male quando mi vedo fingere.
Io sono l'eterna menzogna. Io sono l'eterna parodia di me stessa, Io sono l'eterno errore, la mia eterna vergogna.
E tra le tante sigarette, non riesco più a godermi le uniche che potrebbero servire.
Alle tre e trentatre, ascoltando i LIAR, aspira sicurezza e lascia che gli incubi si perdano lontano.
Mi spreci così tanto. Buttandomi via. Buttandomi via. Ti. Via.
Ad ogni modo. I cubre mi han fatto cagare. Ho passato più tempo a struggermi per le mie paranoie fingendo di ascoltare le parole della criccha brianzola che a gustare il concerto in sè .
Not one less a me piacciono, ma li ho considerati poco.
Nashwuah come al solito. Vedere recensioni dei mesi passati, aka, tutto positivo.
Ultimo gruppo è conciso con il ritorno sulla via di casa.
Tante persone. Più o meno gradite, ma in realtà di non graditi non ce ne sono stati, solo, la mia totale incapacità di gestire insinuazioni e pettegolezzi di vario tipo (vedi sopra).
E' anche strano trovarsi a parlare giusto due minuti con persone con cui eri abituata a condividere giornate intere.
E no, filì, non mi riferisco a te che qui non si sa mai. Il riferimento è noto a tutti. E vorrei poterti vedere di più, riuscire a parlarti perchè quello che ho scritto sopra è solamente la punta di un iceberg pronto a colpirmi.
Marco è da mesi che propina sempre la solita faccia di cazzo. Manco fosse il cantante degli zao. Paul dovrebbe capire che non sono una cazzo di bambola, ma vedi sopra.
Filì deve smetterla di fare il finto invasato della violent dancing quando sappiamo tutti che il torcicollo era solo una pallida scusa per non rovinarti il bel faccino, yo.
Tutto il resto è indefinito. Io non parlo. Io vado a leggere palahniuk e mi spengo.
Read between my lines.
Che non è, leggimi tra i lines.
LIAR, bastardi. i Liar.
Miss Ann Thropy bitched about this at 4:07 AM.