giovedì, agosto 19, 2004

 
"nell'affresco sono una delle figure di sfondo"

needless to say.
e qui ogni cosa dovrebbe essere rasa al suolo, non solamente quartieri o singolo personaggi infamanti.
e qualsiasi cosa faccia, sempre needless to say, non va mai bene. affatto.
che il quoziente di intelligenza si autogetta nel cesso se accompagnato da un quoziente emotivo di livello infimo e non una passione ambizione capacità di fare qualcosa una che sia uno.
si autogetta e via.
e quindi, basta parole di conforto, basta uno più uno che dà come risultato un numero negativo da fare persino invidia ai più, basta con le aspettative, basta con i buoni propositi, le mani strette strette, i baci sulle guance, basta con i panni ormai troppo stretti dell'eterna migliore amica che chiami nel cuore della notte quando la femmena di turno ti fa impazzire, basta con i consigli elargiti o ancora da elargire, il sacro favore di sparire dalla mia vista e non chiedermi più un cazzo.
perchè io non ho nessuno. e voi non avrete me. un grammo del mio tempo. tempo destinato, needless to say, a concimare poi relazioni altrui.
venire qui poi per cosa. chilometri. per cosa. gettati nel rogo del secolo tu con i tuoi chilometri.
se la passione non fa al caso mio, allora non parlatemene più. non tenetemi più al corrente di nulla. non regalatemi false speranze. state. zitti. cane di dio.
io me ne starò qui ad ascoltare due canzoni perfette per l'occasione. i panni smessi. le cicatrici appena appena visibili. a disegnare in malo modo i tatuaggi in arrivo. poche righe e inchiostro rosso cupo a colare sui polsi.
e, se per voi non suona abbastanza estetico, allora voltate la testa, non fate domande e filate dritto per la vostra strada verso il successo.
nero più nero più nero più nero.
stop.

my hero died today. red roses for a blue lady. shai hulud. saving throw. hatebreed. another victim. stop.

Miss Ann Thropy bitched about this at 7:06 PM.

 
a questo punto potrei pure decidere di barattare il nuovo tatuaggio con una colata di rosso cupo palapabile. a scendere lungo l'avambraccio, piano piano.
statene fuori.
solo, vorrei un punto fermo. non scendere più ad alcun compromesso. vorrei poter avere anche io la mia dose di invidia passiva. avere qualcosa per cui splendere. valere un centesimo più di nulla. appena appena. trovare, dopo il sudore, una risposta. partita e contropartita. indice di gradimento. qualcosa di questo tipo. qualcosa di più di diciassette centesimi insipidi, alcun sapore. qualcosa che fosse più di una risposta.
statene fuori.
smettere i panni, per una volta sola, con chiunque, dell'eterna migliore amica, quella che chiami nel cuore della notte quando lei ti sta facendo impazzire.
a questo punto preferisco lasciare suonare il telefono a vuoto.
io non ho nessuno. e voi non avrete me.
statene fuori.
fanculo ai tuoi chilometri del cazzo. alle belle parole. a uno più uno con un eterno risultato negativo. ad ogni cosa che non ho mai ricevuto nè mai riceverò.
statene tutti fuori. non regalatemi belle parole e non contrastate i miei ormai.
tatuati fino in fondo. ormai.
adesso. tu puoi anche sparire. come tutti gli altri.

one. nothing wrong with me.
two. nothing wrong with me.
threee. nothing wrong with me.

Miss Ann Thropy bitched about this at 6:36 PM.

martedì, agosto 17, 2004

 
la mancanza è una brutta cosa.
soprattutto, se connessa con una letale impossibilità di tastare toccare abbracciare accarezzare con labbra accese, violente, un'impossibilutà destinata a protrarsi forever.
mancanza as a way of life
solo la notte, la notte ci sei e basta.
e poi. nel modo in cui non vorrei mai.
modalità più lontane, di giorno, giorni e giorni ancora a venire attendere trepidare e poi lasciarsi cadere, stremate, ancora una volta. mi manchi, e non potertelo dire.
red roses for a blue lady.


Miss Ann Thropy bitched about this at 9:25 PM.